Dall’Italia al mondo, insieme

Il posizionamento del Made in Italy sul mercato globale

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Il Made in Italy continua a rappresentare un punto di riferimento a livello internazionale per qualità, design e manifattura. Ma qual è oggi il suo reale posizionamento sui mercati globali? I dati più recenti confermano che, nonostante le sfide degli ultimi anni, l’Italia mantiene un ruolo di primo piano nello scenario dell’export mondiale.

L’Italia tra i principali esportatori globali

Nel primo semestre del 2024, l’Italia si è collocata al quarto posto a livello mondiale per valore delle esportazioni, superando il Giappone e posizionandosi immediatamente dopo Cina, Stati Uniti e Germania. Un risultato che riflette la competitività e la reputazione delle nostre produzioni.

Oltre al valore complessivo dell’export, l’Italia si distingue anche per la sua ampia penetrazione geografica: attualmente raggiunge circa il 40% dei mercati potenziali mondiali, preceduta solo da Germania, Stati Uniti e Cina.

I settori trainanti del Made in Italy

L’analisi settoriale mostra una performance particolarmente positiva in comparti ad alto valore aggiunto. In particolare:

  • La ceramica italiana rappresenta il 9,7% del mercato globale di riferimento
  • Il settore del beverage detiene una quota del 9%
  • La nautica è passata dal 2,4% al 7,6% in dieci anni

A questi si affiancano i comparti storicamente legati all’identità del Made in Italy, come alimentare e moda, ma anche settori tecnologicamente evoluti come arredamento, chimica, farmaceutica e apparecchiature di precisione.

Innovazione e competitività: un punto critico

Se sul piano della qualità percepita l’Italia mantiene una forte attrattività, l’indicatore della capacità innovativa evidenzia ancora margini di miglioramento. Il numero di brevetti depositati posiziona il nostro Paese al tredicesimo posto nel ranking globale, una performance penalizzata dalle ridotte dimensioni medie delle imprese e da investimenti in ricerca ancora limitati.

Tuttavia, i brevetti italiani si concentrano in settori ad alta intensità tecnologica come:

  • Autoveicoli
  • Chimica e farmaceutica
  • Elettronica e apparecchiature meccaniche
  • Ottica e strumentazione

Questi comparti rappresentano oltre il 50% dei brevetti nazionali, segnalando una specializzazione tecnica con potenziale di crescita.

Innovazione come leva per rafforzare l’export

Il legame tra export e innovazione è ormai consolidato: i Paesi e le imprese che investono in tecnologie e sviluppo di prodotto riescono a rafforzare la propria posizione competitiva e a rispondere in modo più efficace alla domanda internazionale.

Per l’Italia, questo significa sostenere con decisione i percorsi di innovazione industriale, sia attraverso politiche pubbliche mirate (bandi, incentivi, R&S), sia tramite una visione imprenditoriale più orientata all’evoluzione tecnologica.

Conclusioni

Il Made in Italy si conferma un’eccellenza riconosciuta a livello globale. Tuttavia, per consolidare e ampliare la sua presenza nei mercati internazionali sarà sempre più strategico affiancare alla qualità tradizionale una solida capacità di innovazione. Solo così le imprese italiane potranno affrontare con successo le sfide della competitività globale e garantire una crescita sostenibile nel lungo periodo.

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